La scadenza del 2035, anno in cui l’Europa dovrebbe effettuare lo switch dai motori endotermici a quelli a corrente, si avvicina e non sarà più possibile vendere auto con alimentazione tradizionale sul Vecchio Continente. Usiamo il condizionale perché negli ultimi tempi è in atto una riflessione su questa scadenza così ravvicinata, sia da parte dei Costruttori europei sia da parte delle Istituzioni. Riflessione o retromarcia? Il passaggio all’elettrico totale, oltre a essere un’iniziativa unilaterale dell’Europa (e di qualche Stato più virtuoso degli USA), che quindi non inciderà più di tanto sotto il profilo dell’inquinamento sotto il profilo globale, rischia di portare pesantissime ripercussioni sull’industria automobilistica del Vecchio Continente e sull’occupazione.
Per il momento Alfa Romeo prosegue senza incertezze verso l’elettrico: secondo il management della Casa del Biscione la data verrà addirittura anticipata: a partire dal 2027 tutta la gamma europea sarà a zero emissioni. Un’accelerazione impressionante, se si pensa che a oggi la gamma Alfa Romeo non prevede alcun modello a corrente… anche se il primo dovrebbe nascere nel 2024 e sarà la B-Suv derivata dalla Jeep Avenger, che già dispone di una versione alimentata soltanto dall’elettricità. L’auto che si posizionerà al vertice basso del listino ci sarà anche con motore endotermico, almeno per qualche anno. Ma nell’arco di un triennio, invece, tutta la nuova gamma abbandonerà i motori endotermici che, finora, hanno contraddistinto la produzione Alfa Romeo e hanno indubbiamente contribuito a creare la fama del brand. Quindi le eredi della Giulia e della Stelvio saranno soltanto elettriche (per l’Europa), lo stesso avverrà quando anche la recente Tonale verrà sostituita. E ovviamente anche l’ammiraglia (c’è chi pronostica che si chiamerà Alfetta), che con tutta probabilità verrà prodotta negli Stati Uniti nell’ex stabilimento Jeep di Belvidere in Illinois. E le nuove sportive, di cui si parla tanto per il ritorno a una gamma completa (una coupé, erede delle gloriose GTV, e una spider, che segnerà la rinascita del “Duetto”? Anch’esse solo a zero emissioni.
Sarà un passaggio difficile da fare digerire alla maggioranza degli Alfisti ma, salvo ripensamenti, la strada è segnata. Anche se la promessa di Jean-Philppe Imparato è da tempo nota: l’Alfa Romeo non perderà nemmeno una stilla di sportività e di piacere di guida. In merito al sound, il probabile ricorso al suono artificiale porrà parzialmente rimedio, come il Gruppo Stellantis ha già dimostrato di saper fare con la versione a corrente della nuova Abarth 500. Sarà comunque una bella impresa convertire i petrolhead più integralisti che, per ora, sono la maggioranza. In ogni caso la direzione intrapresa dall’Alfa Romeo è chiara: il posizionamento del brand è nei segmenti premium, e dunque qualità e prestazioni non mancheranno. Per il momento, però, consoliamoci con la nuova supercar che Alfa Romeo presenterà in anteprima mondiale il 30 agosto al Museo Storico di Arese: sarà una sportiva a tiratura limitatissima, con motore V6 biturbo, senza alcun ausilio ibrido (anche se questo non è confermato ufficialmente), che sarà ispirata nel design alla mitica 33 Stradale, prodotta in 18 esemplari negli anni 1967-1969, disegnata da Franco Scaglione e costruita dalla Carrozzeria Marazzi con maestranze ereditate dalla Touring che aveva appena chiuso i battenti. E potrebbe proprio chiamarsi 33, secondo le ultime voci circolate, anche se resta possibile l’utilizzo della sigla 6C, nel solco della tradizione Alfa Romeo dagli anni Venti agli anni Cinquanta, e delle ultime due supercar del Biscione: la 8C e la 4C.