La nona categoria prevista quest’anno è stata dedicata alle sportive di serie limitata SZ e RZ, costruite da Zagato tra il 1989 e il 1993: sono le ultime Alfa Romeo che adottano lo schema transaxle derivato dall’Alfetta. Nata con la sigla provvisoria di ES30 (Experimental Sportscar 3 litri), prima del debutto al Salone di Ginevra del 1989 adotta il nome ufficiale di SZ (Sprint Zagato), riprendendo una sigla mitica nella storia del Biscione. È una berlinetta a 2 posti, con il motore V6 “Busso” di 3 litri. La linea è spettacolare, la scocca utilizza materiali leggeri e avanzati, la carrozzeria è in materiale innovativo, il Modar, cioè in termoplastica, è dotata di un sistema di sollevamento idraulico per variare l’altezza, le prestazioni sono di livello assoluto grazie al V6 12 valvole da 210 CV. Ne vengono costruiti circa un migliaio di esemplari, oggi contesi dai collezionisti di tutto il mondo. Quando esce di produzione, viene sostituita dalla RZ (Roadster Zagato), l’edizione spider, che però riscuote minore successo (ne vengono assemblate meno di 300 unità).
Sono stati ammessi al Concorso per questa Classe cinque esemplari: la SZ del 1991 di Pierluigi Bottini, che è risultata Best in Class nella categoria; la RZ del 1996 di Fernando Reali, che si è aggiudicata il secondo posto di categoria; la SZ del 1989 di Marco Betocchi; la SZ del 1991 di Christian Cantaluppi; la SZ del 1993 di Umberto Galloni.
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