L’ottava categoria prevista quest’anno è stata dedicata all’Alfetta berlina, un modello che quest’anno ha compiuto 50 anni e a cui il Museo Storico Alfa Romeo ha dedicato un backstage proprio nel giorno di RealAlfa. L’Alfetta è stata la capostipite di tutte le Alfa Romeo con lo schema transaxle: il cambio è spostato al retrotreno, per una migliore distribuzione dei pesi e l’assale posteriore adotta il sofisticato ponte De Dion. Dall’Alfetta derivano quasi tutte le Alfa Romeo a trazione posteriore degli anni Settanta, Ottanta e inizio Novanta, dalla Nuova Giulietta alla 90, alla 75 e alle SZ/RZ. Nata con cilindrata 1800, la gamma si allarga verso il basso con la 1600, e poi verso l’alto con la 2000. L’Alfetta è anche la prima auto italiana dotata di un motore turbodiesel, progettato dalla VM, azienda che all’epoca gravitava anch’essa nell’orbita dell’IRI. L’Alfetta è utilizzata per lo sviluppo del sistema di controllo elettronico del motore (CEM) e per lo sviluppo dell’iniezione elettronica sulle Alfa Romeo. Per oltre un decennio è stata l’auto in dotazione delle Forse dell’Ordine (Polizia e Carabinieri) e, in edizione blindata, ha protetto la vita dei magistrati e dei rappresentanti delle Istituzioni negli “anni di piombo”. Complessivamente, l’Alfetta berlina è stata prodotta in oltre 475.000 esemplari dal 1972 al 1984.
Sono stati ammessi al Concorso per questa Classe sei esemplari: la berlina 1800 del 1977 di Marco Bertocchi, che è risultata Best in Class nella categoria; la “scudetto stretto” del 1973 di Marco Focaccia, che si è aggiudicata il secondo posto di categoria; la 1600 “monofaro” del 1975 di Michele Lancioni; la 2000 L del 1981 di Massimo Bianchi; la 2.0 Quadrifoglio Oro del 1984 di Dario Lipeti.
Guarda il video delle Alfetta in Concorso a RealAlfa 2022.