Il 5 giugno si terrà presso il Museo Storico Alfa Romeo di Arese (MI) la seconda edizione del Concorso di Conservazione e Restauro RealAlfa, dedicato a Maurizio Tabucchi. La partecipazione è aperta a tutti i possessori, anche non soci RIAR, di uno dei modelli identificati nelle 10 categorie prescelte dalla Commissione quest’anno. Le domande di partecipazione, complete di tre fotografie dell’auto e la relativa documentazione (la modulistica si trova sul sito web) vanno inviate tassativamente entro il 31 marzo 2022 all’indirizzo mail dedicato realalfaconcorso@riar.it.
La settima categoria prevista quest’anno è dedicata all’Alfetta berlina, un modello che quest’anno compie 50 anni e a cui il Museo Storico Alfa Romeo dedicherà un backstage proprio nel giorno di RealAlfa. L’Alfetta è stata la capostipite di tutte le Alfa Romeo con lo schema transaxle: il cambio è spostato al retrotreno, per una migliore distribuzione dei pesi e l’assale posteriore adotta il sofisticato ponte De Dion. Dall’Alfetta derivano quasi tutte le Alfa Romeo a trazione posteriore degli anni Settanta, Ottanta e inizio Novanta, dalla Nuova Giulietta alla 90, alla 75 e alle SZ/RZ. Nata con cilindrata 1800, la gamma si allarga verso il basso con la 1600, e poi verso l’alto con la 2000. L’Alfetta è anche la prima auto italiana dotata di un motore turbodiesel, progettato dalla VM, azienda che all’epoca gravitava anch’essa nell’orbita dell’IRI. L’Alfetta è utilizzata per lo sviluppo del sistema di controllo elettronico del motore (CEM) e per lo sviluppo dell’iniezione elettronica sulle Alfa Romeo. Per oltre un decennio è stata l’auto in dotazione delle Forse dell’Ordine (Polizia e Carabinieri) e, in edizione blindata, ha protetto la vita dei magistrati e dei rappresentanti delle Istituzioni negli “anni di piombo”. Complessivamente, l’Alfetta berlina è stata prodotta in oltre 475.000 esemplari dal 1972 al 1984.