Lui dice che non è stata la sfortuna ad accanirsi contro l’Alfa Romeo quando alla fine degli anni Settanta era rientrata nel cyrcus della Formula 1, ma semplicemente la mancanza di affidabilità: “è normale che siano necessari un ciclo di 5 anni e regolamenti sportivi stabili, per aspirare a risultati vincenti” afferma l’ex pilota bresciano durante l’intervista rilasciata a “Il Quadrifoglio” in occasione del Trofeo Carlo Chiti organizzato dal Registro Italiano Alfa Romeo sul circuito di Varano (PR). “Eppure nelle ultime gare del 1980 la mia Alfa 179 era veramente l’auto da battere: a Watkins Glen, dopo la pole, in gara davo oltre un secondo al giro a tutti…!”.
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