Dopo il grande successo della Giulietta spider, la casa del biscione per mantenere il passo delle concorrenti, decide di incrementare le prestazioni della cabriolet di punta, portando la cilindrata da 1.300 cc a 1.600.
Presentata all’autodromo di Monza nel giugno del 1962, l’Alfa Romeo spider simbolo della “dolce vita” viene rinominata Giulia 1600 Spider. L’auto manteneva immutata la linea intramontabile di Pininfarina, con solo alcuni piccoli dettagli differenti, come la presa d’aria posta sul cofano (finta). La Giulia spider preservava i requisiti che le avevano regalato tanto successo: due posti secchi, veloce, affascinante, bilanciata, razionale e dal comportamento neutro. Il tutto, però, impreziosito da soluzioni tecniche volte a migliorare nettamente la guidabilità e le prestazioni, grazie ai suoi 92 cv, un favoloso cambio sincronizzato a cinque marce degno di una vera Alfa ed i freni a tamburo maggiorati (ad opzione anche a disco sulle ruote anteriori).
Con queste evoluzioni, la Giulia Spider divenne la completa maturazione della bella spider all’Italiana, dallo stile elegante di Pininfarina, ma con una meccanica capace di sfoderare brillanti prestazioni. La Giulia Spider, come per la precedente Giulietta, era offerta anche nella versione “Veloce” da 112 cv alimentata da due carburatori Solex, in luogo del singolo Solex previsto per la versione standard. La produzione cessò nel 1965 dopo soli 3 anni, con poco più di diecimila esemplari (9250 esemplari per la “normale”, 1091 per la Veloce).
Ad oggi la Giulia Spider rimane una delle scelte più apprezzate dai collezionisti di auto classiche, poiché incarna il classico stile della cabriolet italiana anni ‘60, abbinato ad una meccanica brillante e performante.
Le foto ed i contenuti sono stati forniti da Ruote da Sogno.
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