Già nel 1985, quando la nuova «75» prende il posto della Giulietta a presidiare la gamma intermedia dell’Alfa Romeo, era stata prevista una versione, denominata Quadrifoglio Verde, dotata del motore V6 ad iniezione da 158 CV preso dall’Alfa Sei Quadrifoglio Oro; su questa berlina più compatta faceva faville e, complice l’assoluta eccellenza del telaio, ne faceva un’auto da veri intenditori a dispetto di una linea che inizialmente aveva destato qualche critica. Dopo la presentazione, nel 1986, della versione «Milano» (la stessa macchina con le modifiche necessarie alla sua esportazione negli Usa) l’anno successivo la versione America divenne di serie anche per l’Europa limitatamente ai motori 1.8 turbo e V6 che, nel frattempo, aveva visto la sua cilindrata aumentare fino alla soglia dei tre litri guadagnando una trentina di cavalli.
Ecco che, in questo modo, una macchina eccellente diventò una instant classic.
Ed è un fatto: le riconosciute doti di guida delle Alfa Romeo raggiungono qui una delle loro vette più alte grazie alle doti del motore, di un’elasticità e con una voce senza rivali, e a quelle dell’assetto, che consente di divertirsi con il controsterzo senza pericolo, anche se non si possiedono le capacità di un pilota professionista.
Il tutto su una macchina che, se guidata piano con la famiglia, mostra consumi più che dignitosi ed un confort di marcia del tutto adeguato.
L’Alfa Romeo 75 V6 3.0 ha attraversato un breve periodo di eclissi commerciale che aveva portato il suo prezzo a valori irrisori oggi invece è ritornata fortemente entrando nel mirino dei collezionisti più avveduti.
Le foto ed i contenuti sono stati forniti da Ruote da Sogno.
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