Una costante ricerca dell’eccellenza applicata alle competizioni che poi viene trasferita sulle vetture di produzione: è questa, in sintesi, la filosofia Alfa Romeo insita nel Quadrifoglio, il leggendario simbolo che dal 15 aprile del 1923 identifica le più performanti realizzazioni firmate Alfa Romeo, non solo quelle impegnate sui circuiti da gara di tutto il mondo ma anche alcune versioni speciali della produzione stradale.
La prima vettura Alfa Romeo ornata con il Quadrifoglio è stata la RL “Corsa” del pilota Ugo Sivocci, che vinse la XIV edizione della Targa Florio nel 1923, conquistando così il primo dei dieci allori del marchio in questa prestigiosa gara su strada. E lo stesso emblema portafortuna risalta sulla “P2” di Gastone Brilli Peri quando nel 1925, a Monza, trionfa nel primo “Campionato Mondiale di corse automobilistiche”, il primo dei cinque Titoli Mondiali vinti dall’Alfa Romeo. Alla fine degli anni Venti è sempre il Quadrifoglio a distinguere in corsa le Alfa Romeo della Casa madre dalle Alfa Romeo gestite dalla Scuderia Ferrari, che aveva come emblema il “Cavallino Rampante”.
Nel 1950 e nel 1951, Giuseppe “Nino” Farina e Juan Manuel Fangio portano le Alfa Romeo 158 e 159, le mitiche “Alfetta”, al successo nei primi due Campionati Mondiali di Formula 1. Negli anni Sessanta, poi, il Quadrifoglio caratterizza la versione “ready-to-race” della “Giulia”: la “TI Super”, per poi affiancarsi al triangolo azzurro dell’Autodelta per diversi decenni: dalla “GTA” alla “33” fino ai due Campionati Mondiali della “33 TT 12” (nel 1975) e della “33 SC 12” (nel 1977). L’attività agonistica Alfa Romeo continua negli anni Ottanta quando, dopo il rientro non molto fortunato in F.1 nel 1979, si ripetono i successi nelle corse per vetture turismo (con la GTV6 2.5), fino al trionfo nel DTM con la 155 V6 TI nel 1993 e la lunghissima serie di vittorie della 156 Superturismo dal 1998 al 2004.
Anche le Alfa Romeo di normale produzione hanno avuto il Quadrifoglio ben impresso sulla carrozzeria. Si tratta di modelli particolarmente performanti realizzati tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Alcuni recano il simbolo sulla scocca, senza apparire nella denominazione ufficiale – come la Giulia Sprint GT Veloce o la 1750 GT Veloce – altri invece, dagli anni Ottanta in avanti, portano il Quadrifoglio nella loro denominazione ufficiale, come per esempio l’Alfasud TI, le diverse versioni della 33 Quadrifoglio Verde o la 164 Quadrifoglio Verde. Va anche ricordato che, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, anche il Quadrifoglio si evolve e viene declinato in due versioni: “Verde” per i veicoli più sportivi e “Oro” per gli allestimenti più raffinati e lussuosi.
Nel tempo, la stessa “Q” iniziale entrò a far parte del vocabolario Alfa Romeo, arrivando a identificare le soluzioni tecniche più avanzate: la più famosa di tutte è la trazione integrale Q4, ma c’erano anche il differenziale autobloccante Q2, il cambio automatico Q-System e il Q-Tronic, solo per citarne alcune. Infine, il simbolo del Quadrifoglio ritorna sia sulla Mito (nel 2008) sia sulla Giulietta (nel 2010). E anche quando nel 2015 nasce la nuova generazione Alfa Romeo con il lancio della Giulia nella versione Quadrifoglio, spinta dal nuovo motore 2.9 biturbo a benzina da 510 CV con prestazioni eccezionali, tanto da stabilire, sul famoso circuito del Nurburgring, il record di categoria in 7’32”. Anche lo Stelvio, il primo SUV prodotto dall’Alfa Romeo, si colloca al vertice della gamma in versione Quadrifoglio.
Il RIAR festeggerà i 100 anni del Quadrifoglio in pista a Monza durante l’ACI Storico Festival il 16 aprile. Per gli Alfisti sarà l’occasione per girare sul tracciato del “Tempio della Velocità” e di partecipare alle tante celebrazioni. Per iscriversi, clicca qui.